venerdì 28 febbraio 2014

Matteo 6, 24-34: VIII Domenica Tempo Ordinario - Anno A

visualizzaIn quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro». (...)

Ermes Ronchi: Non preoccupatevi. Per tre volte Gesù ribadisce l'invito: non abbiate quell'affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c'è tempo di fermarsi a parlare con chi si ama. Non lasciatevi rubare la gioia: quella capacità di godere delle cose belle che ogni giorno ci dona.
Perché? Perché Dio non si dimentica di te. Domani ascolteremo un passo che è forse il più bello di Isaia: può una madre dimenticarsi del suo figliolo? Se anche una madre si dimenticasse, io non mi dimenticherò di te.

martedì 25 febbraio 2014

Gesù e le donne nel Vangelo di Giovanni (B. Forte)

Donne della fede:
Gesù e le donne nel Vangelo di Giovanni

di Bruno Forte, Padre Arcivescovo
(“Lectio divina” ai Consacrati, 2 Febbraio 2013, Cattedrale di Chieti)

L’eredità biblica riguardo alla donna, così come giunge a Gesù di Nazaret nell’ambiente culturale dell’Israele del suo tempo, può esprimersi in tre componenti: la bontà degli inizi; la relazione ferita e il protagonismo straordinario di singole figure femminili. La bontà degli inizi è testimoniata soprattutto nel capitolo 2 della Genesi, in cui la metafora della costola di Adamo da cui è tratta Eva - la “vita” - mostra l’assoluta parità di dignità e la reciprocità nella relazione interpersonale fra la donna e l’uomo (i commentatori ebrei sottolineano la bella unità suggerita dal gioco di parole ish = uomo, ishah = donna, osservando come la differenza fra i due termini libera le lettere del Nome divino). 

mercoledì 19 febbraio 2014

Matteo 5, 38-48: VII domenica Tempo Ordinario- Anno A

visualizzaIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? (...) Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».


Ermes Ronchi: Siate perfetti come il Padre (Mt 5,48), siate santi perché io, il Signore, sono santo (Lev19,2). Santità, perfezione, parole che ci paiono lontane, per gente che fa un'altra vita, dedita alla preghiera e alla contemplazione. E invece quale concretezza nella Bibbia: non coverai nel tuo cuore odio verso tuo fratello, non serberai rancore, amerai il prossimo tuo come te stesso (Lev 19,17-18).
La concretezza della santità: niente di astratto, lontano, separato, ma il quotidiano, santità terrestre che profuma di casa, di pane, di gesti. E di cuore.

venerdì 14 febbraio 2014

Matteo 5, 17-37: VI domenica tempo ordinario Anno A

visualizza(...) «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. ... Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. (...)

Ermes Ronchi: Un altro dei Vangeli "impossibili": se ognuno che dà del matto o dello stupido a un fratello in un impeto d'ira, fosse trascinato in tribunale o finisse all'inferno, non avremmo più un uomo a piede libero sulla terra e, nei cieli, Dio tutto solo a intristire nel suo paradiso vuoto. Gesù stesso sembra contraddirsi: afferma l'inviolabilità della legge fin nei minimi dettagli e trasgredisce la norma più grande, il riposo del sabato. Ma ogni sua parola converge verso un obiettivo: far emergere l'anima segreta, andare al cuore della norma. 

martedì 11 febbraio 2014

«Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Meditazione su Mc 8, 27-35

Enzo Bianchi, Priore di Bose

Siamo al centro del vangelo secondo Marco e il brano che oggi leggiamo è di importanza capitale per la comprensione dell’intero vangelo e, più in generale, per chiarire che cosa comporta la sequela di Gesù Cristo.
In cammino verso Cesarea, Gesù domanda ai discepoli: “Chi dice la gente che io sia?”. La loro risposta, che riporta l’opinione corrente (cf. Mc 6,14-16), indica che Gesù era comunemente considerato un profeta: alcuni lo ritengono il nuovo Elia, il grande profeta rapito da Dio in cielo (cf. 2Re 2,1-18), altri vedono in lui il nuovo Giovanni il Battezzatore, accostato da Gesù stesso a Elia (cf. Mc 9,12-13). Gesù prende allora l’iniziativa e interroga direttamente i discepoli: “Voi chi dite che io sia?”. Pietro risponde prontamente: “Tu sei il Cristo”, cioè il Messia, l’Unto, il Re a lungo atteso da Israele, inviato da Dio a regnare definitivamente su tutto il popolo e su tutta l’umanità.

giovedì 6 febbraio 2014

Matteo 5, 13-16: V domenica Tempo Ordinario - Anno A

visualizzaIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».


Ermes Ronchi: Una parola riempie ancora l'aria: beati, beati i poveri, i miti, i puri, i misericordiosi. Gesù ha appena finito di proclamare il vertice del suo messaggio, le beatitudini, e aggiunge, rivolto ai suoi discepoli e a noi: se vivete questo, voi siete «sale e luce della terra».
Una affermazione che ci sorprende: che Dio sia luce del mondo lo abbiamo sentito, il Vangelo di Giovanni l'ha ripetuto, ci crediamo; ma sentire - e credere - che anche l'uomo è luce, che lo siamo anch'io e tu, con tutti i nostri limiti e le nostre ombre, questo è sorprendente.

mercoledì 5 febbraio 2014

Le parole del Vangelo - dizionario biblico

Grazie all’impegno serio e appassionato di Panfilo Di Paolo, amico e socio del Centro Studi Biblici “G. Vannucci”, il sito internet del Centro si arricchisce di un prezioso dizionario dei termini biblici. Sono quasi 500 voci, da Abbà a Zizzania, delle quali l’Autore fornisce l’etimologia greca o ebraica, le citazioni bibliche, più annotazioni storiche o curiosità. Il “Piccolo dizionario dei termini dei vangeli e dintorni”, è un eccellente strumento che viene messo a disposizione di quanti desiderano approfondire la conoscenza delle tematiche evangeliche per la loro cultura e spiritualità. A Panfilo Di Paolo la nostra gratitudine per questo apporto che contribuisce a valorizzare ancor di più il sito del Centro.

lunedì 3 febbraio 2014

"Se voglio che rimanga finché io venga, a te che importa?". (Giovanni 21,22)

San Giovanni Evangelista, dipinto di Pedro Berruguete (1450-1504). Avila, monastero di San Tommaso.Gianfranco Ravasi (FC)
Nel nostro itinerario lungo le asperità testuali del quarto Vangelo abbiamo già incontrato la figura del “discepolo che Gesù amava”, presente sei volte solo nella parte terminale dello scritto, in connessione con la passione, morte e risurrezione di Cristo. Identificato dalla maggior parte degli esegeti con l’apostolo Giovanni, egli entra ora in scena nel finale stesso del Vangelo, dopo l’incontro del Risorto con Pietro, in un dialogo tra costui e lo stesso Gesù fatto di battute a prima vista piuttosto strane.

Pietro, infatti, chiede a Cristo: «Signore, che cosa sarà di lui?» (21,21), una domanda che in greco è ridotta al minimo, hoútos de tí; «Ma... e lui?». E Gesù replica: «Supponendo che io voglia che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Preòccupati piuttosto di seguirmi!» (21,22). Tutto ruota attorno a due elementi. Il primo è quel “rimanere”, in greco ménein che può significare “rimanere in vita”.