sabato 6 agosto 2011

Matteo 3,1-12: PREDICAZIONE DI GIOVANNI BATTISTA

(Mc 1,1-8; Lc 3,1-18) II Domenica di Avvento Anno A

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» (...).
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: «Abbiamo Abramo per padre!». Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (...).


Silvano Fausti:
· Giovanni è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento: prepara ad accogliere il Signore che viene, mantiene viva la promessa, impedisce che la religiosità si riduca a sola legge, senza cuore, senza uomo e infine senza Dio. Giovanni è il profeta che sta sulla soglia tra il passato e il futuro. Denuncia il peccato e annuncia il perdono. Giovanni è la voce, Gesù è la Parola.
· Tutta la nostra vita è “attesa” di colui che è “avvento”: noi tendiamo a lui, perché lui viene a noi.
Ermes Ronchi:
· La frase centrale dell'annuncio del Battista suona così: il regno dei cieli è vicino, convertitevi. Sono le stesse parole con cui inizierà la predicazione di Gesù. Dio è vicino, prima buona notizia. Per ora, solo il profeta vede i passi di Dio. Ma «non è la Rivelazione che s'attarda / sono i nostri occhi non ancora pronti» (E. Dickinson).
· Avvento è l'annuncio che Dio è vicino, vicino a tutti, rete che raccoglie insieme, in armonia, il lupo e l'agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia), uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero, per una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani. Il Regno dei cieli e la terra come Dio la sogna.
· Non si è ancora realizzata? Non importa, il sogno di Dio è il nostro futuro che ci chiama. Noi andiamo chiamati dal futuro.
· La seconda buona notizia: allora la mia vita cambia. La forza che cambia le persone è una forza non umana, una forza im-mane, il divino in noi, Dio che viene, entra e cresce dentro. Ciò che mi converte è un pezzetto di Cristo in me. Convertitevi! Più che un ordine è una opportunità: cambiate strada, azioni, pensieri; con me il cielo è più vicino e più azzurro, il sole più caldo, il suolo più fertile, e ci sono cento fratelli, e alberi forti, e miele. Con me vivrai solo inizi. Vivrai vento e fuoco. E frutti buoni. Rivelazione che nella vita il cambiamento è possibile sempre, che nessuna situazione è senza uscita, per grazia.
· Il terzo centro dell'annuncio di Giovanni: portate frutti degni di conversione. Scrive Alda Merini: la fede è una mano / che ti prende le viscere/ la fede è una mano / che ti fa partorire. Partorire un frutto buono! Quando Dio si avvicina la vita diventa feconda e nessuno è più sterile. Dio viene al centro della vita non ai margini di essa (Bonhoeffer). Raggiunge e tocca quella misteriosa radice del vivere che ci mantiene diritti come alberi forti, che permette speranze nonostante le macerie, frumento buono nonostante la erbe cattive del nostro campo. Viene nel cuore della vita, nella passione e nella fedeltà d'amore, nella fame di giustizia, nella tenacia dell'onestà, quando mi impegno a ridurre la distanza tra il sogno grande dei profeti e il poco che abbiamo fra le mani. Perché il peccato non è trasgredire delle regole, ma trasgredire un sogno. Un sogno grande come quello di Gesù, bello come quello di Isaia, al centro della vita come quello di Giovanni.

· Due voci nel deserto di Giuda: Giovanni e la fede a caro prezzo, Isaia e la poesia di un mondo incantato; Giovanni e l'impegno necessario, Isaia e il dono immeritato. Come i due profeti, ogni cristiano vive di grazia e di impegno, di dramma e di poesia.
· Con le sue immagini irruenti Giovanni non vuole lanciare minacce sulla nostra fatica di credere, né seminare paure. Il profeta sa bene che la paura non libera dal male; che non sarà la paura a fare del leone un mangiatore di erba, a edificare la casa comune per il lupo e per l'agnello. È altra la forza che cambia il cuore, mai la paura. E noi, noi che proclamiamo la pace, in realtà la cerchiamo per amore della pace o per paura della guerra? La forza che cambia il cuore? Una forza non-umana che cresce dentro, una forza appunto im-mane, il divino in noi: Dio viene!
· Prima che un problema degli uomini la salvezza è una passione di Dio. Da Lui la vita fluisce inesauribile e inarrestabile come un fiume. Dio viene, in te sogna il suo sogno e di vita anche la pietra si riveste.
· Con le immagini del fuoco e della scure, dagli effetti definitivi, Giovanni afferma che Dio è un problema centrale, non marginale; Egli non è solo l'ultima risorsa quando non ho più risorse. Viene come forza della mia forza, nella bellezza, nella passione d'amore, nella fedeltà al dovere, nel coraggio di sperare, quando accetto la sproporzione tra ciò che mi è promesso (il lupo e l'agnello che dimorano insieme) e ciò che tengo tra le mani.
· Convertitevi, dice l'ultimo profeta. E fa appello non alla forza di volontà, ma alla nostra capacità di sognare con l'altro profeta, il seminatore di sogni, Isaia: il sogno che oggi ci stimola è il futuro di Dio che ci chiama. Ma soprattutto fa appello al venire di Cristo. Non si torna indenni dall'incontro con il Signore, che è vento, mare, falce nei prati, radice, spirito, fuoco, grazia a caro prezzo, conversione: «impossibile amarlo impunemente» (Turoldo).

Io:
· Giovanni Battista è uno dei protagonisti dell’Avvento (con Maria, Giuseppe e Isaia). E’ l’ultimo PROFETA biblico: colui che parla a nome di Dio, denuncia il male, l’ipocrisia e l’idolatria, invita alla conversione.
· Dio è venuto, viene ogni giorno e verrà trionfalmente alla fine dei tempi, ma noi verso chi (o cosa) andiamo? Chi (o cosa) attendiamo?
· Cosa ci insegna Giovanni Battista?
- a vivere in maniera essenziale, povera, nella sobrietà: lo indicano i suoi vestiti e il suo cibo: è una testimonianza credibile e controcorrente
- a tornare nel DESERTO, luogo dell’interiorità, dell’essenzialità, del dialogo con Dio e con se stessi, dello spogliamento, del cammino (dalla schiavitù verso la terra promessa)
- a DENUNCIARE il male
- a decidere di cambiare vita e a farlo pubblicamente con un battesimo di conversione (ovvero sacramentalmente: il bisogno della Confessione e di un mediatore umano)
- ad INDICARE agli altri la venuta di Gesù (GB è dito che indica, segnale, voce della Parola)
- il più forte,
- colui che taglierà e brucerà ciò che è superfluo
- raccoglierà il bene prodotto perché non vada perduto

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