lunedì 8 agosto 2011

Matteo 28,16-20: ASCENSIONE DEL SIGNORE

Ascensione del Signore Anno A

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Ermes Ronchi:
Il termine «forza» lega insieme, come un filo rosso, le tre letture: «Avrete forza dallo Spirito Santo» (prima lettura); «Possiate cogliere l'efficacia della sua forza» (seconda lettura); «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Vangelo). Forza per vivere, energia per andare e ancora andare, potenza per nuove nascite: la mia vita dipende da una fonte che non viene mai meno; la mia esistenza è attraversata da una forza più grande di me, che non si esaurirà mai e che fa la vita più forte delle sue ferite. È il flusso di vita di Cristo, che viene come forza ascensionale verso più luminosa vita, che mi fa crescere a più libertà, a più consapevolezza, a più amore, fonte di nuove nascite per altri.
L'Ascensione è una festa difficile: come si può far festa per uno che se ne va? Il Signore non è andato in una zona lontana del cosmo, ma nel profondo, non oltre le nubi ma oltre le forme: se prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro. Sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del tempo. Il mio cristianesimo è la certezza forte e inebriante che in tutti i giorni, in tutte le cose Cristo è presente, forza di ascensione del cosmo. Ascensione non è un percorso cosmico geografico ma è la navigazione spaziale del cuore che ti conduce dalla chiusura in te all'amore che abbraccia l'universo (Benedetto XVI). Gesù lascia sulla terra il quasi niente: un gruppetto di uomini impauriti e confusi, che dubitano ancora, sottolinea Matteo; un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli. E a loro che dubitano ancora, a noi, alle nostre paure e infedeltà, affida il mondo. Li spinge a pensare in grande, a guardare lontano: il mondo è vostro. Gesù se ne va con un atto di enorme fiducia nell'uomo. Ha fiducia in me, più di quanta ne abbia io stesso. Sa che riuscirò a essere lievito e forse perfino fuoco; a contagiare di Spirito e di nascite chi mi è affidato. Ascensione è la festa del nostro destino - solo il Cristianesimo ha osato collocare un corpo d'uomo nella profondità di Dio (Romano Guardini) - che si intreccia con la nostra missione: «Battezzate e insegnate a vivere ciò che ho comandato». «Battezzare» non significa versare un po' d'acqua sul capo delle persone, ma immergere! Immergete ogni uomo in Dio, fatelo entrare, che si lasci sommergere dentro la vita di Dio, in quella linfa vitale. Insegnate a osservare. Che cosa ha comandato Cristo, se non l'amore? Il suo comando è: immergete l'uomo in Dio e insegnategli ad amare. A lasciarsi amare, prima, e poi a donare amore. Qui è tutto il Vangelo, tutto l'uomo. Fate questo, donando speranza e amorevolezza a tutte le creature, tutti i giorni, in tutti gli incontri.

Io:
ASCENSIONE: Gesù Cristo, dopo aver condiviso la natura umana (e i limiti intrinseci ad essa) torna al Padre, riprende definitivamente la sua dimensione divina che implica per noi:
- da una parte di non poterlo più vedere con i nostri occhi, di non poterlo toccare, abbracciare, discutere insieme…
- dall’altra che Gesù, da quel momento, è realmente e contemporaneamente con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo, quando anche noi potremmo condividere in pienezza la sua natura divina.
Mi spiego: se prima dell’ascensione Gesù era, come tutti noi, soggetto ai limiti spazio-temporali (poteva essere in un solo posto alla volta), ora, nella sua natura divina, supera questi limiti potendo essere contemporaneamente ovunque: ovunque presente in quel pane consacrato, ovunque presente in mezzo a coloro che sono uniti (e non solo riuniti) nel suo nome, presente nei più “piccoli”, nei poveri…
Dubitiamo? Facciamo fatica a crederci fino in fondo? Anche i suoi discepoli, lo abbiamo ascoltato nel Vangelo, dubitarono. Di fronte ai loro dubbi Gesù si avvicinò e li inviò nel mondo come testimoni del suo amore.
Come dire: i dubbi si superano amando, perché solo amando come lui ci ha amato possiamo sperimentarlo presente e operante in mezzo a noi: il gruppo impaurito di discepoli, spinti dal mandato di Gesù e dal dono del suo Spirito, diventa un gruppo di testimoni talmente credibile da coinvolgere in pochi anni migliaia di persone. Nasce la Chiesa , nasce per mezzo di uomini e donne che sperimentano la forza dell’amore reciproco e si spingono, nei primi secoli, in tutto il mondo annunciando un Dio che è amore e che si è fatto uomo in Gesù Cristo.
Testimoni dell’amore: l’amore di per sé è invisibile, ma si rende visibile nei gesti concreti, si percepisce negli atteggiamenti che compiamo. Per i cristiani quest’amore ha un volto concreto, storico, in Gesù Cristo, ma anche per noi questo amore si evidenzia nei gesti, negli atteggiamenti, nelle scelte concrete che compiamo.
Il testimone di quella staffetta che è il cammino della Chiesa è ora passato a noi: siamo noi chiamati a vivere cristianamente e annunciare al mondo che Gesù è in mezzo a noi e che la sua presenza cambia la vita, gli dona un senso, una gioia che altrimenti non sperimenteremo. Siamo noi, presenti qui, ogni domenica, per celebrare questo amore e ricevere quell’alimento che ci sostiene, ci risana, ci spinge ad amare, siamo noi a formare la Chiesa. E la nostra testimonianza, in un mondo che oggi torna sempre più ad ignorare Dio, è quella di vivere nell’amore: essere genitori e figli capaci di gesti di perdono, di riconciliazione, di amore, lavoratori o studenti onesti che fanno del loro lavoro o del loro studio un mezzo per amare.
Siate sicuri: l’amore, anche quello crocifisso dalle sofferenze e dalle difficoltà, si nota e contagia. Possa anche a noi capitare, come succedeva per le prime comunità cristiane, che la gente di fuori esclami: “vedi come si amano?” e siano da ciò invogliate a imitare la stessa vita.
- “Andate dunque” e “battezzate” (= immergetevi e immergete anche gli altri nella realtà divina, in quell’amore trinitario che è reciprocità nella specificità di ciascuno)
- “Ogni potere mi è stato dato”: tutto viene da Dio, anche le azioni e le parole di Gesù, tanto più ogni nostro “potere”. E se qualcosa l’ho ricevuta, posso solo ringraziare, non pavoneggiarmi e spadroneggiare!
- “Riceverete la forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni…”

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